Divisione Alpina Cuneense  
Campagna di Russia

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sigaretta russa..

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fregio

 

 


P.M. 203  4 - 12 - 42

Carissimo Mario.

Vengo subito a farti la risposta alla tua lettera, che mi giunse oggi, caro Mario, mi fa molto piacere essere ricordato da te, invece molti altri amici, non mi ricordano più dal giorno della partenza per il fronte, non ò più avuto sue notizie, gli scrissi, ma non mi risposero, invece da te ò ricevuto già diverse volte e se sempre non ti ho risposto è perché non ciò carta, e qualche volta non ciò tempo, ma spero che tu, comprenderai che in questi posti non cè tanta comodità, dallora, si fa come si può Carissimo Mario. Vedo dalla tua lettera che ai già passato per la seconda volta la visita, e che ti anno dinuovo fatto rividibile. Devi essere contento del tuo secondo risultato perché così puoi passare ancora un altro anno di borghesia, capisco che di bello ormai non cè più molto, perché le ghenghe si sono sfatte, ora sono quasi tutti sotto le armi e a casa non cè più nessuno, e poi sono passati ormai i bei giorni mi dici che anche le ragazze sono svogliate, guarda un po'' di tenerle allegre e fresche tu che puoi, così quando ritorneremo noi, troveremo un po' di vita allegra, perché qua, non ce n'è più, quasi non ci penso più alle ragazze, qui è tutto diverso, invece di sentire le campane a suonare per la messa oppure la sirena della cartiera, si sente la mitraglia ed il cannone, che tutti i giorni e tutte le notti fischiano e rombano in tutte le direzioni, noi sciamo molto vicini ai russi, la prima linea è questa, alle volte verso la mattina, quando sono di vedetta, si sentono i russi che cantano o che si chiamano, e di giorno qualche volta, si vedono a passeggiare sulla opposta sponda del Don, ed allora, la sua passeggiata diventa una fuga perché la nostra artiglieria non gli dà tregua, gli fanno certe raffiche i 75 che fanno piacere vederli a scoppiare, ormai i russi anno capito che per loro è ormai finita, perché quasi tutte le mattine arrivano alla nostra linea qualche gruppetto, e subito alzano le mani dicendo, pauschi, camerati e quando li abbiamo presi con noi rivolgono ancora uno sguardo alla loro linea e con uno sguardo di disprezzo verso quei che sono rimasti coi fedeli di Stalin ci seguono verso il nostro comando. Tu mi dici di salutare il mio fratello e Giorgio, ma purtroppo non lo posso fare perché il mio fratello e a trenta chilometri da me, e Giorgio non lo più visto da tempo, il più disgraziato sono io ma io non me la prendo mica, sono sempre allegro lascio che sparano, e quando la sento passare dico fra me e questa è passata e spero così che passino anche i giorni e che giungerà poi anche il tempo del nostro rimpatrio, ed allora Mario, farò come mi dici tu, certe bevute e certe mangiate proprio da alpino. Salutami tanto la tua famiglia e la mia mamma.

Ti unisco gli auguri di buon Natale e buon Capodanno. Tuo amico Gianni scrivimi che mi farai piacere, salutami Lucia ti unisco questa sigaretta slava che mi cambierai con una tre stelle

 

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